I PROTAGONISTI DEL PROCESSO ISTITUTIVO
DELLA SOLENNITA' DEL CORPUS ET SANGUIS DOMINI
Papa Urbano IV, al secolo Jacques Pantaleon de Troyes. Patriarca di Gerusalemme, già Vescovo di Verdun, all'inizio del proprio ministero Arcidiacono a Liegi, al tempo di Giuliana de Cornillon, promotrice originaria della solennità del SS. Sacramento.
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Bonaventura da Bagnoregio, Cardinale, Generale dei Francescani, Priore di S. Francesco in Orvieto.
Tommaso D'Aquino, lettore di Teologia nello Studium del convento domenicano di Orvieto.
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STORIA DELL'ISTITUZIONE DEL CORPUS DOMINI
Giuliana de Cornillon nacque a Retinne, presso Liegi, tra il 1191 e il 1192. La Diocesi di Liegi si trovava già all’epoca nel fulcro del contrasto serrato dei predicatori cristiani alle dilaganti idee ereticali che andavano diffondendosi, soprattutto in antagonismo alle dottrine circa l’Eucaristia e la transustanziazione. Prima di Giuliana, insigni teologi predicavano il valore supremo del Sacramento dell’Eucaristia, su tutti Norberto che fonderà i Premonstratensi, e proprio a Liegi, gruppi femminili si dedicavano al culto eucaristico e alla comunione fervente, sotto l’egida e la guida di sacerdoti esemplari, vivendo insieme in comunità, dedicandosi alla preghiera e alle opere caritative. Rimasta orfana a cinque anni, Giuliana con la sorella Agnese, fu affidata alle cure delle monache agostiniane del convento-lebbrosario di Mont-Cornillon. Fu soprattutto suor Sapienza a seguirne la maturazione spirituale, fino a quando Giuliana stessa ricevette i voti e vestì l’abito religioso facendosi anch’essa monaca agostiniana. Assai colta, leggeva le opere dei Padri della Chiesa in lingua latina, in particolare sant’Agostino, e san Bernardo. Di vivace intelligenza, mostrava propensione particolare per la contemplazione; aveva un senso profondo della presenza di Cristo, che sperimentava vivendo in modo particolarmente intenso il Sacramento dell’Eucaristia, soffermandosi spesso a meditare sulle parole di Gesù: Ecco io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo (Mt 28,20). A sedici anni ebbe una prima visione; altre ancora nelle sue adorazioni eucaristiche. La visione presentava la luna nel suo pieno splendore, con una striscia scura che la attraversava diametralmente. Il Signore le fece comprendere il significato: la luna simboleggiava la vita della Chiesa sulla terra, la linea opaca rappresentava invece l’assenza di una festa liturgica nella quale i credenti avrebbero potuto adorare l’Eucaristia, per aumentare la fede, avanzare nella pratica delle virtù e riparare le offese al Santissimo Sacramento. Giuliana, che nel frattempo era diventata la priora del convento, conservò per circa vent’anni nel segreto questa rivelazione, che aveva riempito di gioia il suo cuore. Poi si confidò con altre due ferventi consorelle adoratrici dell’Eucaristia, la beata Eva, che conduceva una vita eremitica, e Isabella, che l’aveva raggiunta nel monastero di Mont-Cornillon. Le tre donne stabilirono una specie di alleanza spirituale, con il proposito di glorificare il Santissimo Sacramento. Vollero coinvolgere anche un sacerdote molto stimato, Giovanni di Losanna, canonico nella chiesa di San Martino a Liegi, pregandolo di interpellare teologi ed ecclesiastici su quanto stava loro a cuore. Fu proprio il Vescovo di Liegi, Roberto di Thourotte, che, dopo iniziali esitazioni, accolse la proposta di Giuliana e delle sue compagne, istituendo, per la prima volta, la festa del SS. Sacramento nella Diocesi. Altri Vescovi lo seguirono. Giuliana dovette comunque subire la dura opposizione di alcuni membri del clero e dello stesso superiore da cui dipendeva il convento di Mont-Cornillon che lasciò insieme ad alcune compagne; per dieci anni, dal 1248 al 1258, fu ospite di vari monasteri di suore cistercensi e continuava a diffondere con zelo il culto eucaristico. Si spense nel 1258 a Fosses-La-Ville, sempre in Belgio. Nella cella dove giaceva fu esposto il SS. Sacramento che continuò a contemplare durante il passaggio. Alla buona causa della festa del Corpus Domini fu conquistato anche Giacomo Pantalèon di Troyes, che aveva conosciuto la Santa durante il suo ministero di arcidiacono a Liegi. Divenuto Papa con il nome di Urbano IV, nell’estate 1264, istituì, dalla Sede Apostolica stabilita in Orvieto, la solennità del Corpus Domini come festa di precetto per la Chiesa universale, il giovedì successivo alla Pentecoste. Nella Bolla di istituzione, Transiturus de hoc mundo (11 agosto 1264), Papa Urbano rievoca con discrezione anche le esperienze mistiche di Giuliana, attestandone l’autenticità, asseverando: Sebbene l’Eucaristia ogni giorno venga solennemente celebrata, riteniamo giusto che, almeno una volta l’anno, se ne faccia più onorata e solenne memoria. Le altre cose infatti di cui facciamo memoria, noi le afferriamo con lo spirito e con la mente, ma non otteniamo per questo la loro reale presenza. Invece, in questa sacramentale commemorazione del Cristo, anche se sotto altra forma, Gesù Cristo è presente con noi nella propria sostanza. Mentre stava infatti per ascendere al cielo disse: Ecco io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo (Mt 28,20). Il Pontefice stesso, storicamente fautore ed istitutore da Orvieto della solennità del Corpus et Sanguis Domini con atto bullato, secondo tradizione, avrebbe disposto la conservazione, in una cappella appositamente edificata (il Duomo sarà infatti costruito a partire dal 1290, da Nicolò IV), le reliquie e il celebre corporale macchiato del sangue del miracolo eucaristico della Messa di Bolsena, sempre tradizionalmente, attestato al 1263. Urbano IV dette incarico a Tommaso D’Aquino, in Orvieto presso il convento dei Predicatori (S. Domenico) di comporre l’officio liturgico della grande festa e a Bonaventura da Bagnoregio, cardinale, generale dell’Ordine e priore del locale convento francescano, di predicare al Concistoro il Sermo de Sanctissimo Corpore Christi, che già aveva predicato anni avanti nel nord Europa. Anche se dopo la morte di Urbano IV la celebrazione della festa del Corpus Domini venne limitata ad alcune regioni della Francia, della Germania, dell’Ungheria e dell’Italia settentrionale, fu Giovanni XXII che nel 1317 la ripristinò per tutta la Chiesa.